"Agnelli sacrificali" di Nicola Vacca

quotidiano LINEA - 4/2/09, pag.4

 

Ottanta metri di mistero, l’inchiesta di Giuseppe Puppo sulla morte di Edoardo

 

AGNELLI SACRIFICALI

 

Nicola Vacca

 

I giornalisti di antica scuola e di grande passione amavano le inchieste. Le consideravano una bella avventura alla ricerca della verità. Nel nostro tempo  è completamente sparito questo straordinario modo di indagare nei fatti e nei misteri delle vicende italiane. Per fortuna non tutti i giornalisti considerano l’inchiesta un modo superato di svolgere la loro professione.

Giuseppe Puppo, giornalista di cronaca, attualità e cultura, ne ha appena pubblicata una in un libro che farà sicuramente discutere. Con ottanta metri di mistero(Koinè nuove edizioni, pagine 175, 14 euro) Puppo ritorna sulla tragica morte di Edoardo Agnelli,  archiviata frettolosamente come un suicidio.

 

La mattina del 15 novembre  2000 il figlio di Giovanni Agnelli mise fine alla sua esistenza sull’autostrada che da Torino porta al mare della Liguria buttandosi da un cavalcavia. Questa è la versione ufficiale che venne  data dalle ricostruzioni giornalistiche e dalle autorità, che non esitarono a chiudere subito la faccenda. Sono molte le stranezze e le contraddizioni nel caso Edoardo Agnelli. Forse le cose potrebbero essere andate diversamente. L’autorizzazione alla sepoltura del cadavere arriva immediatamente. Sul corpo di Edoardo Agnelli non fu  eseguita l’autopsia.

 

Un mese prima della sua morte a Edoardo furono sottoposti alcuni documenti relativi al suo ruolo e al suo impegno all’interno della Famiglia. In pratica gli si chiedeva di chiamarsi fuori dalla stanza dei bottoni. In cambio gli sarebbe stata corrisposta una liquidazione consistente. Edoardo non solo rifiutò di firmare, ma denunciò pubblicamente quel “tentativo di estromissione  radicale dalla Fiat” e l’intenzione del padre di voler dare ai due figli di Margherita, John e Lapo Elkann, il cognome degli Agnelli.

 

Edoardo Agnelli era molto preoccupato per i destini della sua Azienda. <<Se il potere della nostra famiglia cadesse nelle mani sbagliate sarebbe una cosa  estremamente pericolosa per questa nazione>>.

 

 

L’erede  naturale dell’Avvocato era una persona particolare, inquieto e mosso da una religiosa ricerca del senso della vita In una lettera alla sorella Margherita scrive: <<Lo sai bene che la mia mente vola alta sopra le megalopoli industriali e, osservando con attenzione sotto,  vede poco di buono e tantissimo da trasformare>>.

Egli credeva che l’azienda dovesse contribuire alla modernizzazione del paese, favorire un’equa distribuzione, attuare le indicazioni economiche e produttive della politica senza tentare di influenzarla.

 

Sono in molti, per questi e altri motivi, a non credere all’ipotesi del suicidio di Edoardo Agnelli. C’è persino chi ha parlato di un “ complotto sionista”, ordito da non si sa chi per impedire  che l’eredità finisse nelle mani di Edoardo.

 

Puppo si è preso la briga  di intervistare i personaggi che per diversi motivi e ruoli hanno avuto a che fare con l’inchiesta sulla morte di Edoardo.Il giornalista riporta fedelmente nel suo libro le dichiarazioni del magistrato che condusse l’inchiesta, del medico legale, dell’amico e consigliere economico del giovane rampollo della famiglia Agnelli.

 

Marco Bava, amico e consigliere di Edoardo,  non crede assolutamente al suicidio. Dal giorno della morte del suo amico, Bava non ha smesso di cercare la verità su quel tragico giorno e sulle molte lacune. Non si può capire, sostiene Bava, la tragica morte di Edoardo se non inquadrandola nel contesto degli affari finanziari della famiglia. Bava dichiara che Edoardo è stato  deliberatamente eliminato, perché nessuno poteva sapere e poteva opporsi, se non lui stesso, alle dinamiche finanziarie già in atto, che prevedevano un controllo diretto del gruppo Fiat da parte dell’alta finanza occidentale.

Ritornando con la memoria al giorno della morte di Edoardo Agnelli,  Puppo nella sua brillante inchiesta dà conto di tutte le stranezze. L’autopsia che non è ritenuta necessaria,  l’immediata autorizzazione alla sepoltura, il corpo trovato stranamente intatto dopo un presunto volo di ottanta metri.

Cosa si nasconde dietro la tragica morte di Edoardo Agnelli? Dopo otto anni di silenzi e indifferenza, Giuseppe Puppo affronta, avvalendosi di testimonianze inedite riportate fedelmente,  l’ultimo mistero italiano, l’unico rimasto del tutto oscuro. Lo fa con  lo straordinario anelito di verità del grande giornalismo d’inchiesta di una volta.  E chissà che questo libro possa servire a riaprire un caso sul quale ancora non è stata fatta piena luce.

 

Nicola Vacca